11 maggio 2018

Sulle magiche note di Chopin


La notte,
che porta via la luce e la trasforma in tenebre,
che con la sua magia riesce a far rivivere pensieri
anche nei cuori più maligni. 
Silenziosa si avvicina con cautela
per non turbare l’animo dei bambini.
Non porta solo malinconia
ma il profumo di una giornata finita
e la speranza di un altro mattino. 
Riesce a sfiorare i sentimenti
come se fossero suoi
e riportarli al loro splendore. 
Non è da tutti amarla
ma chi lo fa vive attimi di felicità
immensi come il suo colore blu.
Maria Cristina Carella, 1D

Il mare calmo, blu e cupo
ospitava quei magnifici gabbiani
che cercavano di passare attraverso le stelle…
E le stelle bianche e brillanti
splendevano sul mare,
sul mare calmo, blu e cupo.
E quei gabbiani volavano tranquilli
in quel magnifico mare,
in quella magnifica notte,
i cui colori si riflettevano nel mare.
Nel mare calmo, blu e cupo.
Maria Paola Liuzzi, 1D

Le stelle sono immensamente infinite,
la notte è illimitatamente infinita.
Eppure più la guardo
e più mi vien voglia di capire.
Lo sguardo non si distoglie da lì,
da quei puntini luminosi del cielo.
Non sai mai cosa ti aspetta
lì… dietro un angolo buio.
Il più misterioso posto
che si trasforma in realtà.
Giuseppe De Bello, 1D

Quella notte misteriosa,
quel momento in cui la luna
si mostra in tutto il suo splendore
seguita dalle stelle
che danno alla notte qualcosa in più. 
Quel momento in cui il mare
comincia ad agitarsi appena
ma nessuno lo nota perché
si confonde con il cielo.
Un cielo buio e monotono
che poi schiarisce e mostra le sue stelle. 
Tutto illumina…
anche quella panchina, sola e triste,
che dopo quella notte non si sentirà più sola
fra quelle meraviglie
che non aveva mai notato prima.
Ludovica Buquicchio, 1D 

Quando arrivai al pontile
trovai una barchetta piccola piccola
sotto un tappeto di stelle,
spinta da un suono caldo e dolce.
Il suono dell’amore.
Margherita Amodio, 1D

Vorrei averti sempre accanto,
non smettere mai di pensarti.
In questa notte stellata
io non sono solo
perché tu ci sarai sempre.
Di giorno sembri scomparsa
ma poi la notte appari ancora.
Sempre là a consolarmi
con i tuoi occhi:
occhi brillanti, amorevoli,
indescrivibili.
In questa notte stellata
pensami
e illumina ogni mio passo.
Carlotta Dell’Erba, 1D

21 aprile 2018

Sulle note dei "Notturni" di Chopin


Le note van verso la luna,
grilli e delfini cantano per me.
La notte è tranquilla,
la luna mi risplende la fantasia.
Il cielo è stellato dalle meraviglie,
il pianoforte comanda le onde.
Non ci si addormenta mai!
Francesco Gismondo

La notte, lancio di luce
come un colore sul niente.
La luna celeste e tonda
tace nel sonno, nel suono del vento,
dolce e freddo.
Kristel Sallaku

La notte è profonda
come tutti i pensieri.
Le sue stelle brillano
come i cuori puri delle anime buone
e la luna, così candida,
sussurra parole sincere e tranquille
che ti fanno sognare.
Giulia Di Maio

 Nel cielo blu giace un angelo, magico…
l’angelo dei ricordi,
e porta alla mente pensieri…
pensieri di speranza
in un grande futuro di felicità.
L’angelo dei ricordi speciali…
e la fantasia di viaggiare nei sogni.
Fabrizio Bonerba

Oh, stelle, brillate nel mezzo della notte.
Tu, notte, oscura il cielo con amore.
Tu, luna, accendi il cielo con la tua forza romantica…
Tu, faro, tu, in mezzo al mare
ascolta l’armonia della notte,
e voi, pesciolini che nuotate,
iniziate a sognare felicità.
Mattia Lapenna

La notte di blu profondo,
le stelle di giallo puro,
le nuvole di una notte cupa
e la grande stella che illumina il mare,
su un’isola, su un vento leggero,
sul rumore dell’acqua contro gli scogli.
Questa è semplicemente… la notte!
Michele Mesecorto


6 aprile 2018

Sulle note delle "Silfidi" di Chopin

Sta arrivando una festa
che fa vestire ogni albero
fa svegliare gli animali,
fa nascere i fiori,
fa uscire ogni persona dalle proprie case…
Sta arrivando la Primavera!
Domenico Della Chiesa, 1F

Nel tramonto di luce
spicca un cielo di fuoco.
In quel momento tutto tace…
solo qualche uccellino
che cinguetta tra gli alberi…
un ambiente magico si crea…
è arrivata la primavera!
Fabrizio Bonerba, 1F

Cara primavera,
tu che scendi con armonia,
risveglia la natura
con la tua forza splendente.
Fatine, risvegliate gli alberi
con il vostro cuore magico,
e voi, fiori, sbocciate
sotto la forza del sole!
Mattia Lapenna, 1F


31 marzo 2018

Il teatro di Verdi e di Wagner


Giuseppe Verdi e Richard Wagner erano coetanei, entrambi nati nel 1813.
Le similitudini fra questi due geni della musica si fermano al fatto di avere entrambi dedicato la loro attenzione quasi esclusivamente al genere operistico e di averlo fatto animati da spirito rivoluzionario e nel segno del rafforzamento delle rispettive identità nazionali di appartenenza; nazioni, Germania e Italia, a loro volta accomunate da un percorso contemporaneo di unificazione. Proprio nel diverso approccio alle tematiche identitarie risiede una prima vistosa differenza fra i due grandi compositori: Verdi, ben lontano da ogni retorica e propaganda nazionalista, era mosso dalla necessità di affermare l’autodeterminazione degli Italiani contro il dominio straniero e di creare una coscienza nazionale che fosse veicolo di convivenza solidale e giustizia sociale nella nuova Italia; Wagner era più interessato ad agire sull'inconscio, proponendo una metafisica dei simboli in grado di esaltare lo spirito tedesco, illuminandolo di un’aura messianica.
Questa differenza di approccio identitario si chiarisce maggiormente esaminando la differente ricerca teatrale dei due compositori. Verdi intendeva realizzare un Teatro d’Opera che si inserisse, nobilitandola, nella tradizione moderna borghese, da Shakespeare a Hugo; per farlo aveva bisogno di realizzare una sintesi fra parola e musica che potesse essere compresa nell'azione scenica. Da qui, l’ossessiva ricerca di un poeta per musica ideale, in grado di dare voce all'esatta idea teatrale del maestro. Wagner era interessato, invece, alla possibilità di creare, nel Teatro, grazie alla sua innata “multimedialità”, l’Opera d’Arte totale. Il suo Teatro, più che nella scena, si realizzava nella psiche del pubblico, attraverso la potenza evocativa del mito e della musica.
Il flusso musicale che abbatteva le convenienze e le convinzioni teatrali non si preoccupava dell’immedesimazione e dell’intrattenimento del pubblico; il dramma veniva astratto e la parola, essendo parte integrante del flusso sonoro, non poteva che essere scritta dalla stessa penna del musicista. Il Teatro di Wagner è un ritorno alle origini, alla ritualità religiosa; quello di Verdi si inserisce, rinnovandola, nella tradizione teatrale moderna.
In Wagner, il musicista prevale sull'uomo di teatro; le sue innovazioni rivestono un interesse squisitamente musicale. Verdi, invece, ha realizzato una sintesi ineguagliabile tra musicista e uomo di teatro; il suo lavoro è nel segno della mediazione fra genio artistico e pubblico.

Gaia Pascali, 3F

6 marzo 2018

L'Olandese volante


Richard Wagner è un famoso musicista tedesco. Durante la sua proficua carriera ha composto varie opere liriche dal notevole spessore, molto apprezzate dal pubblico. Una delle sue opere più famose è L’Olandese Volante (nota, nella versione italiana, anche come Il vascello fantasma), composta tra il 1839 ed il 1841 e andata in scena per la prima volta a Dresda il 2 gennaio 1843, sotto la direzione dello stesso autore. L’abbiamo seguita dal vivo al Teatro Petruzzelli.
Già dai primi minuti della lunga ouverture si viene trascinati all'interno dell’opera con il tema principale - che verrà poi spesso ripetuto nel corso dei tre atti, quando si nomina il protagonista – e la musica, travolgente sotto la minaccia della tempesta, si addolcisce per il canto dei marinai per poi abbandonarsi alla dolcezza dell’amore, che richiama la successiva ballata di Senta, intervallata dalla potenza della tempesta che ritorna prepotentemente.
L’opera prosegue con il Primo atto nel quale il padre di Senta, Dalan, capitano di una nave che deve attraccare a causa di una tempesta, incontra l’Olandese, approdato dopo altri 7 anni di peregrinazione. Egli ha ricevuto un castigo divino per aver maledetto Dio a causa delle difficoltà riscontrate nel superare il Capo di Buona Speranza durante una tempesta: navigare senza meta per tutto il resto della vita. L’unica possibilità di redenzione è trovare una donna che, restandogli fedele per sempre, gli consentirà di ottenere la libertà. Il buon Dalan gli offre la mano della figlia Senta, abbagliato dai tesori che l’Olandese gli fa vedere sul suo vascello. Senta, che è invece amata da Erik, è invaghita proprio dell’Olandese, che lei non conosce di persona, ma la cui storia la affascina e intenerisce, sentendosi da tempo già destinata a lui. Non le sembrerà vero accettare l’Olandese in sposo e realizzare così il sogno della sua vita. La parte più famosa di questo secondo atto è la ballata di Senta, in cui lei racconta alle sue amiche le vicissitudini che hanno portato l’Olandese ad essere condannato nel suo girovagare. Nel Terzo atto, però, l’Olandese dubita della fedeltà di Senta e la ripudia. Disperata, Senta si sacrifica pur di aiutare l’uomo che ama, annegando nel mare: la sua morte per amore libererà l’Olandese dalla maledizione.
Contrastanti i sentimenti che l’opera ha suscitato in me: da una sensazione di maestosità e grandezza, data dalla melodia del tema principale, a quella di enorme tenerezza provata per la povera Senta sia quando narra la sua passione per l’Olandese, sia quando si sacrifica per amore, oltre che di timore ed impotenza al riprodursi della furia crescente della tempesta.
Molto particolare, poi,  la presenza di sole voci maschili in tutto il Primo atto, tra le quali si distingue il coro dei marinai  che mi ha molto affascinata, contrapposto poi al coro di sole voci femminili del Secondo atto, nel quale il racconto della storia del vascello fantasma da parte della protagonista (la ballata di Senta) mi è rimasto impresso per la sua tristezza, ma anche per la passione e l’amore con cui la ragazza narra alle donne la sventura che ha colpito l’Olandese, del quale è già perdutamente innamorata.
Wagner, con il suo stile di composizione, che alterna momenti dolci e delicati ad altri passionali e impetuosi, mi riporta alla mente il pittore van Gogh, il quale, tramite colori vivaci complementari, riesce a ricreare spazi senza fare una fedele e reale riproduzione della realtà. Queste caratteristiche le riscontro sia nell'animo inquieto e tormentato del pittore olandese sia in quello dello scrittore Alessandro Manzoni, che compose il più grande romanzo storico della letteratura italiana, alternando momenti di tenerezza a momenti di riflessione e di tumultuosa descrizione dell’animo umano, proprio come Van Gogh con le sue veloci pennellate e Wagner con le musiche imponenti.

Sara Stornelli, 3F

19 febbraio 2018

Romanticismo a confronto

In diverse discipline scolastiche ho potuto trattare l’argomento del Romanticismo, ma credo che aver avuto la possibilità di farne un “quadro generale” sia stata una strategia efficace per farmi comprendere la fondamentale influenza che tale movimento culturale ha avuto sul pensiero umano.
Gli uomini hanno iniziato ad aprire gli occhi, a dare finalmente importanza alla storia, a lottare per poter affermare i propri ideali. Questo, infatti, è il vero cammino che ognuno di noi dovrebbe affrontare per poter arrivare in alto, per sentirsi al centro dell’Universo. Ho capito che ogni artista è riuscito ad esprimersi tramite la rappresentazione di paesaggi capaci di far intuire il tormentato travaglio interiore dell’essere umano. Gli artisti, i pittori, sono riusciti a raffigurare le vicende storiche che segnarono il Romanticismo, conservandone gli ideali, i valori che si volevano affermare e proclamare.
Ho conosciuto poeti, tanto coraggiosi quanto tormentati, che hanno trovato “rifugio” nella loro opera. Scontento del mondo che lo circonda, il poeta romantico cerca consolazione nel sogno e nelle fantasie, si sente eroicamente solo ed infelice. Tuttavia, dalle poesie che ho avuto modo di trattare, ho notato che egli non si lascia mai travolgere del tutto dalla tristezza e dalla disperazione, poiché capace di rendere universale il proprio dolore e di divenire portatore di forti sentimenti e di grandi ideali collettivi.
Ho approfondito anche la musica che ha caratterizzato questo movimento culturale, trovandola unica, capace di farci percepire l’animo del musicista e, di conseguenza, di farci provare sensazioni particolari, indescrivibili, perché, così come tutti gli artisti e i poeti di questo periodo, i musicisti romantici sono riusciti a mantenere vive le proprie emozioni, rendendole attuali.

Gaia Pascali, 3F

Penso che, seppur i poeti si innamorino delle parole, i pittori dei colori e i musicisti della musica, essi abbiano molte somiglianze e punti in comune.
Nella musica violenta e impulsiva, ma talvolta triste e colma di rassegnazione di Beethoven, io vedo il pittore Friedrich, con il suo modo di dipingere paesaggi e situazioni estreme, con l’immaginazione di cosa c’è “al di là” di quanto ci è permesso vedere. Vedo gli stessi sentimenti altalenanti della rabbia, espressa con i toni scuri delle montagne o con violenti timbri sonori, e della pace, costituita da morbidi colori e da delicati “tocchi” sulle corde degli strumenti. Percepisco un filo invisibile che li lega, proprio come quello che lega il famoso musicista romantico a uno dei maggiori esponenti della lirica: Ugo Foscolo. Foscolo infatti, proprio come Beethoven, esprime in modo particolare i suoi sentimenti, nascosti nella semplicità della vita quotidiana, liberi quando ha in mano carta e penna. Artisti che hanno un modo molto diverso di scrivere, comporre e agire rispetto a Chopin e Leopardi, che sembrano avere quasi la stessa anima. Chopin si approccia tanto delicatamente alla musica quanto Leopardi alla poesia; sono tanto raffinati e ti parlano dolcemente, quasi cantandoti una melodia. Penso non ci sia modo più bello per conquistare una persona.

Sara Stornelli 3F

13 febbraio 2018

La Musica di Bach


Johann Sebastian Bach è stato un musicista della fine del Seicento - prima metà del Settecento; non UN musicista qualunque ma un grande e geniale musicista, forse IL grande e geniale Musicista.
Abbiamo ascoltato diverse composizioni di Bach, dalla Toccata e fuga in re minore per organo a corali della Passione secondo Matteo: quando è incominciata la musica, mi sono sentito travolgere da un’ondata di emozioni contrastanti, ma c’era, tra queste onde, un’onda più alta, un pensiero più intenso. Mi sono chiesto come possa una mente umana comporre musiche del genere, come una persona possa avere idee tento geniali, pensieri tanto complessi, una mente tanto creativa.
Bach era una persona di certo troppo fuori dal comune; qualsiasi ruolo con rigide regole gli stava stretto. Fu maestro di cappella a Lipsia, città diventata famosa grazie a lui e alla sua musica, eppure non diventò famoso. Morì quasi povero, il 28 luglio 1750.
La sua musica, che poteva aprire un’era, la chiuse, i figli non la diffusero. La Passione secondo Matteo e fu ritrovata solo 80 anni dopo la sua morte.
Ci sono state poche persone nella storia così incredibili, così fantastiche, così complesse, così GENIALI.
Libero De Felice, 2D

La musica di Bach mette insieme stili diversi per interpretare la musica sacra. Nella Toccata e fuga in Re minore per organo lo stile è un po’ cupo e rimanda all’idea della religione protestante, secondo la quale bisogna avere timore di Dio perché non sempre si è sicuri di essere perdonati. Il timore di Dio non va confuso, comunque, con la paura di un Dio vendicatore e malvagio. La musica, in questo caso, sebbene non sia al servizio della religione, svolge il suo ruolo anche attraverso il semplice ascolto: questa musica, infatti, trasmette una sensazione di ansia, quasi di paura.

In altre composizioni, come nell’Aria sulla quarta corda, la musica diventa molto più armoniosa e tranquilla. Ancora diverso, anche se difficile da descrivere dato che lo stile non evoca un’emozione in particolare, è quello usato nella Passione secondo Matteo, che rimanda a stati d’animo drammatici molto diversi tra loro. In sintesi, la musica di Bach è molto particolare perché, pur essendo complessa, riesce quasi sempre a trasmettere stati d’animo in modo immediato, e questo è il motivo, secondo me, che rende coinvolgente l’ascolto delle sue opere. La musica di Bach si apprezza per la sua capacità di sorprendere nella varietà delle varie sezioni che si susseguono.
Matteo Moro, 2D